lunedì 24 maggio 2010

LA FIOM CHIEDE UN INCONTRO URGENTE CON L'ILVA. EVITARE CHE NELLA CRISI CI SIANO OPERAI DI SERIE A E OPERAI DI SERIE B


LA FIOM sulla CIG. Chiesto un incontro urgente con i vertici ILVA
Nella crisi lo spettro della discriminazione.

La Cassa Integrazione al Treno Nastri 1 e il tam tam di voci all’interno dell’ILVA non ci lasciano assolutamente tranquilli. Avevamo chiesto lumi su questo ennesimo fermo e dall’azienda avevano avuto rassicurazioni e dichiarazioni assolutamente distensive. Oggi questo ennesimo colpo inferto ai 400 lavoratori di quel comparto ci obbliga ad intervenire con maggiore tempestività.
E’ la premessa alla richiesta di incontro che la FIOM assieme alle altre sigle sindacali (CISL e UIL) ha inoltrato nei confronti dei dirigenti dello stabilimento di Taranto.
Solo 18 giorni prima l’avvio della Cassa (21 maggio) – spiegano dalla FIOM – durante l’incontro milanese per l’integrativo (3 maggio scorso) proprio noi come organizzazione sindacale avevamo chiesto di ricevere informazioni in merito e puntualmente lo spettro di altra CIG era stato allontanato. Un atteggiamento che consideriamo grave nei confronti di tutti i lavoratori del siderurgico ma in particolar modo nei confronti dei lavoratori che al Treno Nastri 1, più di altri hanno patito la crisi dall’inizio del 2008 ad oggi.
Si perché l’area del Treno Nastri 1 è quella che ha maggiormente subito gli effetti del calo nelle commesse nel settore dei laminati.

Un’area disastrata – commentano i vertici della FIOM – dove la disgrazia però è stata pagata maggiormente da alcuni lavoratori.
Pratiche che lasciano scoperto il nervo del discrimine.
Alcuni dipendenti, in barba alla clausola che prevedeva la rotazione sugli impianti dei lavoratori in Cassa – spiega Patrizio Di Pietro della segreteria FIOM di Taranto – sono stati a casa per lunghi periodi di tempo. Altri no. Un criterio di scelta che onestamente stentiamo a considerare legittimo o trasparente – continua l’esponente della FIOM – e che va assolutamente stigmatizzato e represso.
Tornano a casa dunque e da subito i primi 200 lavoratori del Treno Nastri 1 mentre la FIOM mette in guardia circa altri possibili fermi.
Si parla dell’Acciaieria 1 e del Tubificio – dichiara Di Pietro – ma si tratta di ripercussioni a catena per una crisi che l’azienda prima ha sottostimato, attraverso i suoi vertici e oggi amplifica anche grazie alle voci messe in giro dagli stessi preposti degli impianti.
Un atteggiamento che, però, lascia proprio i lavoratori in balia delle onde.

Proprio stamattina abbiamo dovuto raccogliere la protesta di alcuni operai autoconvocatisi sotto la direzione dell’ILVA – spiegano ancora dalla FIOM-CGIL – segno evidente di come la crisi e il ricorso alla Cassa abbia ormai esasperato gli animi.
Ci troviamo ad un bivio cruciale dei rapporti tra i rappresentanti dei lavoratori e impresa – dichiara ancora Di Pietro – e lo spartiacque è rappresentato proprio dallo sciopero dello scorso 14 maggio. Una adesione del genere non si vedeva da 15 anni. Perché di fronte alla crisi, quella vera, le posizioni di favore, i privilegi di piccolo cabotaggio non hanno più retto – spiega – e tutti anche quelli che si sentivano garantiti hanno dovuto fare i conti con il ridimensionamento e sono tornati ad essere dei numeri e figli di un Dio minore, esattamente come tutti gli altri.

Taranto, 24 maggio 2010

foto di: Peppe Carucci (diritti e riproduzione riservati)

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